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Primo Colloquio | Colloquio di sostegno psicologico individuale | Colloquio psicologico con i bambini | Psicodiagnosi | Reattivo o Test di Rorschach | T.A.T. | Sostegno Genitoriale | Psicoterapia Individuale | Psicodramma Junghiano | Terapia di Coppia | Supervisioni Cliniche | Tecniche di Rilassamento

Primo Colloquio
Solitamente il primo colloquio con il paziente è un momento molto intimo, nel quale cerco di capire oltre alle motivazioni al percorso Psicologico, anche se esistono le condizioni necessarie per poter lavorare insieme. Mi riferisco, a questo proposito, non tanto alla cornice del setting terapeutico, alle regole, all’aspetto economico, ma soprattutto al fatto che possano esserci delle buone “basi emotive” per l’incontro relazionale con il paziente. Durante il primo colloquio, oltre a lasciar parlare liberamente chi mi sta di fronte, gli rimando di ascoltarsi attentamente e di sentire le sensazioni rispetto al trovarsi di fronte a me. E’ importantissimo il “sentirsi a pelle”, il trovarsi a proprio agio e l’essere accolto. Rimando sempre ai miei pazienti che, se dovessero avvertire sensazioni negative, non abbiano paura a comunicarmelo, in modo da dar voce ai “non detti”, che inficerebbero la relazione terapeutica. Per poter lavorare bene con un paziente “bisogna trovarsi”, “riconoscersi”, “sentirsi”, “perché il percorso terapeutico sia esso di Sostegno o di Psicoterapia, e comunque un cammino di crescita personale molto intimo, in cui bisogna piacersi reciprocamente. E’ un “dare e ricevere l’uno dall’altro”, in cui sia il terapeuta, sia il paziente, imparano e crescono nella relazione.

Colloquio di sostegno psicologico individuale
I Colloqui di sostegno psicologico, sono interventi psicologici che si delineano in percorsi differenti a seconda degli ambiti in cui sono effettuati (Psicologia del Benessere, Psicologia Scolastica, del Lavoro, dello Sport, Giuridica…). Nell’ambito della consulenza psicologica e del sostegno, i temi affrontati, sono legati a difficoltà temporanee e a disturbi di lieve entità, spesso basati su un “focus” specifico. La durata dell’intervento si risolve in pochi colloqui, in quanto non si va a lavorare su aree profonde della struttura della personalità del paziente e sui contenuti onirici. Il mio intervento durante i Colloqui di sostegno, pur essendo incisivo, rimane più superficiale e direttivo e non riguarda la rielaborazione di contenuti inconsci profondi, che invece vengono affrontati durante i Colloqui di Psicoterapia Individuale.

Colloquio psicologico con i bambini
Il setting terapeutico con i bambini varia leggermente rispetto a quello degli adulti, sia per quanto riguarda la durata (45 minuti anziché 1 ora), sia per quello che concerne i contenuti. Io solitamente, non pretendo dal bambino la relazione “vis a vis”, da seduto, ma accetto che esplori l’ambiente del mio studio, come se fosse un “mondo magico” da conoscere e da scoprire. Utilizzo come strumenti conoscitivi oltre al colloquio, l’osservazione e soprattutto il gioco, libero o strutturato. Quando accolgo in terapia un bambino, parallelamente, quasi sempre, faccio seguire da un collega professionista, la coppia genitoriale. Nel rapporto terapeutico con il bambino, laddove la comunicazione risulti difficile, utilizzo spesso come strumenti di ausilio, il disegno e la fiaba. Essi hanno una valenza proiettiva e catartica e gli permettono di parlare di sé proiettandosi ed identificandosi con personaggi che rappresentano il proprio mondo interiore.

Psicodiagnosi
Questo termine a volte mi risuona internamente in modo un po’ ostico, poiché, come si evince da quanto scritto sopra, io mi focalizzo molto sulla relazione con il paziente come Persona e non come malato. Il momento della diagnosi, di conseguenza, rappresenta per me, non un modo per dare un’etichetta a chi mi sta di fronte, ma l’occasione per raccogliere i dati anamnestici del paziente. E’ il momento conoscitivo del paziente, che segue quello iniziale dell’accoglienza. E’ come se, usando una metafora, raccogliessi tutti i pezzi di un puzzle che rappresentano le caratteristiche della Persona e poi, insieme, dovessimo riordinarli, fino a ricomporre il “puzzle” in modo più armonico, ordinato, equilibrato, senza sconvolgere, però, quelle che sono le caratteristiche della Persona. La diagnosi è per me un dare un senso alle fragilità del paziente, senza giudicarlo, né farlo sentire malato, affinché le stesse fragilità nel processo di elaborazione del percorso terapeutico, diventino le risorse e i punti di forza del paziente stesso. I colloqui di Psicodiagnosi sono solitamente quattro o cinque, al termine dei quali decido con il paziente, se siano necessari dei colloqui psicologici di sostegno, di minor durata e focalizzati su temi specifici, o se invece sia utile un percorso di Psicoterapia Individuale, in cui si vada a lavorare su nuclei più profondi della personalità. Laddove sia necessario, per avere una fotografia più chiara del paziente, mi avvalgo dell’uso di test psicologici nella fase conoscitiva. Io prediligo usare i test proiettivi, come il test o reattivo di Rorschach e il test di appercezione tematica (TAT).

Reattivo o Test di Rorschach
ll test prende il nome dal suo inventore Hermann Rorschach ed è un test psicologico proiettivo per l’indagine della personalità. Consiste nel presentare al paziente delle tavole su cui compaiono delle macchie, alle quali dovrà essere data un’interpretazione. Segue da parte del terapeuta, una raccolta delle risposte e una siglatura delle stesse, al fine di indagare sugli aspetti della personalità del paziente (relazioni sociali, affettività ecc…).

T.A.T.
Dopo il test di Rorschach, il T.A.T. è il test proiettivo più usato e diffuso al mondo ed è composto da diverse tavole rappresentanti foto, immagini e quadri dal significato ambiguo. Nel test, inventato nel 1935 da Henri Murray, si chiede al paziente di ricostruire la storia intorno alla figura rappresentata, con un passato, il presente e la conclusione della storia. La “creazione di storie” porta il soggetto testato ad operare a più livelli, spazio percettivo-immaginario, contenuto raccontato-significante ecc… Il paziente proietta sulla tavola il proprio immaginario, per cui il test fornisce informazioni sulla struttura di personalità, come il Rorschach.

Sostegno Genitoriale
I colloqui di Sostegno alla Genitorialità sono percorsi di supporto alla coppia genitoriale, in momenti di crisi del loro figlio, o in situazioni difficili della quotidianità (separazioni, lutti, adozioni…). L’intervento sulle Genitorialità è spesso richiesto in ambito giuridico e peritale da parte dai Giudici per una valutazione delle capacità genitoriali.

Psicoterapia Individuale
La Psicoterapia individuale è un’attività di cura della sofferenza umana, realizzata da un professionista che si forma in una scuola di specialità di solito di durata quadriennale, dopo il percorso di laurea in psicologia. Il setting della psicoterapia può essere individuale, di gruppo, di coppia o familiare. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità di vita del paziente attraverso la rielaborazione dei contenuti inconsci e più profondi del paziente. Attraverso il percorso terapeutico è possibile modificare, ma non cambiare, la struttura di personalità del paziente, il quale acquisisce degli strumenti altri per far fronte ai momenti di difficoltà inerenti alla sua quotidianità. Cambia la percezione della storia e del mondo interno del paziente e di conseguenza anche la percezione del mondo esterno che lo circonda. Spesso quando un soggetto intraprende un percorso di Psicoterapia, il cambiamento non è solo individuale, ma cambia anche tutto ciò che lo circonda. L’elemento di cura nella Psicoterapia è il rapporto terapeutico, la relazione e il transfert (cioè la relazione di fiducia che si instaura tra paziente e terapeuta). Un buon terapeuta può curare situazioni diverse, perché l’elemento di cambiamento non è il contenuto del colloquio né il metodo adottato, ma la relazione reciproca e l’investimento emotivo. Esistono diversi tipi di Psicoterapia, che sono tutti corretti se applicati con professionalità, non ne esiste uno migliore dell’altro. Approcci diversi affrontano meglio alcuni problemi rispetto ad altri e possono variare sul piano del tempo e del costo del trattamento. E’ difficile stabilire a priori la durata di una Psicoterapia, perché questo dipende dalle caratteristiche del paziente e dalla sinergia dello stesso, con il terapeuta nel corso del trattamento. Il mio orientamento di Psicoterapia è quello Junghiano.

Psicodramma Junghiano
Lo Psicodramma è una terapia di gruppo che si è sviluppata in Torino intorno agli anni ’90, grazie al Dottor Giulio Gasca, mio formatore e insegnante alla Scuola di Specialità COIRAG. Egli ha sviluppato in particolare lo Psicodramma analitico Junghiano. Esso è uno strumento terapeutico che se opportunamente utilizzato, può diventare un mezzo di conoscenza, per scoprire gli aspetti creativi di sé e interpretare in maniera più armonica aspetti della propria vita passata e presente. Consente l’esplorazione del mondo interiore dei partecipanti tramite la rappresentazione scenica di emozioni, esperienze, ricordi, sogni e momenti di vita vissuta. Come il setting individuale, anche il gruppo di Psicodramma segue delle regole ben definite e permette ai pazienti che nella relazione terapeutica individuale, sono resistenti al trattamento, di esprimere in modo catartico, attraverso il rivivere delle scene, il proprio mondo interiore. Il gruppo ha un numero più o meno grande di partecipanti e i terapeuti che lo conducono sono due: il conduttore che ha una parte più attiva nella relazione con i pazienti e nella rappresentazione delle scene e il co-conduttore che nella fase finale del lavoro, restituisce al gruppo un’osservazione di quanto accaduto, trovando il filo conduttore comune a tutte le scene rappresentate. Non è facile creare un gruppo di Psicodramma, poiché i pazienti devono essere precedentemente scelti e selezionati per poter lavorare insieme. Le persone accolte nello stesso gruppo devono avere particolari caratteristiche e non possono essere messe insieme a caso. Il conduttore del gruppo deve essere abile a leggere le dinamiche del gruppo stesso e prevenire quelle situazioni in cui il gruppo, durante la rappresentazione di una scena, “potrebbe scoppiare”. Per questi motivi, il conduttore di gruppo di Psicodramma deve seguire un training di formazione che dura diversi anni. Nel gruppo di Psicodramma, le tematiche personali e le dinamiche latenti nel gruppo, sono concretizzate in una serie di scene recitate in modo simile, anche se non identiche a una scena teatrale. Le parti diverse sono assegnate ai differenti membri del gruppo stesso. Questa metodologia, permette sia di PRESENTIFICARE (cioè rivivere come se fossero attuali) momenti critici del passato del protagonista, che di EVIDENZIARE possibili dinamiche di gruppo. Vivere un evento passato sulla scena presente, nel gruppo, permette che riemergano delle emozioni ad esso collegate. Allo stesso tempo, però, la parte di sé cosciente della funzione scenica si distingue dalle emozioni e le elabora, fornendo un’interpretazione diversa rispetto al significato profondo della situazione e del tema collegato ad essa. L’esperienza del soggetto non si riduce così, a qualcosa di precostituito, ma permette una vastità di collegamenti con eventi passati e futuri, incontri con altri individui e altri modi possibili di interpretare la realtà. Il gruppo di Psicodramma ha come fondamento teorico-metodologico la teoria dei Ruoli-Progetto, che distingue:
1) La dinamica del gruppo attuale, cioè i ruoli che ciascuno assume e quelli che attribuisce agli altri.
2) I ruoli interni, cioè le parti di noi che, nate dai modelli di comportamento che utilizziamo da bambini, si strutturano in maniera complessa e diventano dei personaggi interni che, come i Complessi Autonomi junghiani, sono centri strutturanti del nostro inconscio e della nostra vita interiore.
3) La storia personale di ciascun membro del gruppo (ruolo nella famiglia d’origine o ruolo giocato con le persone per lui più significative), che vengono rivissute nella scena gruppale.
In sintesi, lo Psicodramma, attraverso i giochi e i cambi dei ruolo, permette all’individuo che fa parte del gruppo di rivisitare in modo diverso e più complesso, secondo il punto di vista dell’altro, la propria storia. Le sue molteplici parti interne, acquisiscono un modo diverso e meno rigido di leggere la propria storia passata e presente, per dare un senso diverso alla sua vita e agli eventi futuri.

Terapia di Coppia
La Terapia di Coppia serve ad affrontare e possibilmente risolvere i problemi all’interno della coppia. L’abilità del terapeuta è quella di individuare se il problema presentato è davvero all’interno della coppia o se è necessario procedere con dei Colloqui individuali sul singolo paziente, per risolvere prima, le sue problematiche individuali. Solo quando verrà completato il lavoro individuale, sarà possibile procedere con il lavoro di coppia.

Supervisioni Cliniche
Nel mio studio organizzo sedute di formazione e di confronto con colleghi Psicologi e Psicoterapeuti, per affrontare insieme la discussione di casi clinici attraverso la discussione gruppale, o utilizzando la tecnica dello Psicodramma.

Tecniche di Rilassamento
Le tecniche di rilassamento consistono nell’acquisizione di strumenti pratici e stati emotivi, che favoriscono un maggior benessere psicofisico delle persone, che attraversano situazioni di stress o momenti di ansia accentuata. Gli incontri si strutturano in cinque o sei sedute della durata di un’ora e mezza ed hanno come obiettivo l’acquisizione di esercizi di rilassamento, che il partecipante, una volta interiorizzati, può svolgere autonomamente a casa. Di solito, durante la pratica, utilizzo una metodologia di orientamento Eriksoniano.